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Alberto Castelli, Respiro zero, 2008

olio su lino, 203 x 145 cm

Alberto Castelli è nato a Torino nel 1970. Cresciuto in un ambiente in cui l'arte era vista come un'evasione, ha trascorso molte vacanze visitando i grandi musei internazionali. Il padre, pittore e antiquario, gli ha trasmesso la passione per l'arte; “Anch’io” è la sintesi del giovane Alberto davanti a La zattera della medusa di Théodore Géricault. Tutto il suo lavoro può essere colto come applicazione e disciplina quotidiana della memoria, una ricerca realizzata con i mezzi propri della pittura. Lo studio è un'isola di tranquillità, dove si compie una pratica di “religiosità” e contemplazione, e conduce l'artista a esplorare i vuoti come tracce di un'indagine personale. Castelli usa la pittura per rappresentare frammenti di drammaturgia e fantasmi di una collettività. La fotografia è un altro medium utilizzato per raccogliere frammenti casuali dalla vita quotidiana, che poi trasferisce sulla tela attraverso la sensualità del supporto pittorico. L'artista specifica che la fotografia non gli interessa in quanto tale. Il trasferimento risiede nella sensualità del supporto e poco in quella del soggetto. L'arte di Castelli si concentra sulla memoria e sulla ricerca personale, affrontando l'attualità attraverso un'interpretazione estetica del mondo.

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